Il futuro della Terra è nelle nostre mani.
Vivere e operare nel presente, senza compromettere le opportunità e le risorse per le generazioni future, è un imperativo.
Anche se non sappiamo cosa ci riserva il domani, è oggi che possiamo creare un mondo sostenibile operando scelte consapevoli. Come bere una tazzina di caffè biologico, un piccolo gesto quotidiano che contribuisce allo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali, assicura pari diritti ai produttori e migliora le condizioni ambientali ed economiche dell’intera comunità.
Il caffè biologico infatti è molto più di una certificazione, è una filosofia che si fonda sul dialogo, il rispetto e la trasparenza e aspira a creare equità tra produttori ed esportatori. Ciò garantisce agli agricoltori e alle loro famiglie un accesso sostenibile al mercato, favorisce lo sviluppo del lavoro locale, l’autosufficienza economica e un maggior rispetto per l’ambiente. Rispetto che si concretizza nei metodi con i quali si lavora la terra e si coltiva il caffè.
È la terra a scandire i tempi della coltura, in base alle stagioni essa parla ai coltivatori che sanno ascoltare e, nelle agricolture biologiche, oltre a un’attenta rotazione dei campi vengono utilizzati per fertilizzare le piantagioni, anche compost di origine naturale, ricavati dagli scarti delle potature della vegetazione e concimi prodotti dal bestiame. Per difendere dagli insetti i giovani arbusti di caffè, invece, non si utilizzano composti chimici ma metodi tradizionali come insetti cooperanti, pacciamatura e rimedi secolari che ostacolano il proliferare di parassiti nocivi.
Le falde acquifere e le fonti d’acqua circostanti non vengono così inquinate da concimi di sintesi, antiparassitari ed erbicidi e l’ecosistema naturale rimane inalterato. Ciò garantisce un futuro agli agricoltori locali e alle loro famiglie, ai loro figli, nipoti e discendenze future. Inoltre, la totale assenza di sfruttamento e una maggiore dignità delle condizioni lavorative, fa sì che la millenaria arte agricola si tramandi di generazione in generazione.
Un’arte fondamentale nel periodo della raccolta, quando le piante di caffè fruttificano - in concomitanza delle numerose piogge - e solo i frutti migliori vengono selezionati a mano, uno a uno. La verifica qualitativa avviene proprio in questo delicato momento; tutti frutti che presentano difetti, muffe e altre imperfezioni vengono scartati. Dopo il raccolto, le drupe rimangono al sole per venti giorni e, di tanto in tanto, vengono smosse dai lavoratori che le guardano invidiosi del loro lungo oziare. Solo quando buccia, polpa e semi sono completamente asciutti le drupe passeranno nelle macchine decorticatrici che liberano i chicchi dal “pergamino” che li proteggeva. Talvolta da una drupa si ricava un unico e prezioso chicco di caffè, gli agricoltori locali lo chiamano caracolito: la perla del caffè.
Alla fine della lavorazione i frutti sono stati trasformati in caffè verde che viene quindi immagazzinato in grandi sacchi di juta per poi viaggiare per molte leghe, fino a raggiungere l’altra parte del mondo e gli impianti di torrefazione Hardy in Italia. La torrefazione avviene con un lungo e delicato processo. Negli impianti Hardy utilizziamo aria calda a bassa temperatura, che trasforma il caffè in chicchi leggeri, bruni; profumati gioielli ricolmi di bontà. I nostri moderni impianti mantengono inalterate le caratteristiche organolettiche del chicco, esaltando e arricchendo il gusto pieno di un prodotto biologico e offrendo ai nostri consumatori non un caffè qualunque, ma il “Caffè di Milano”.
Dalla piantagione alla tazzina, passando per la lavorazione e il confezionamento, ogni fase è sottoposta a rigidi controlli interni ed esterni. In Europa, i prodotti da agricoltura biologica vengono regolamentati dall’Eurofoglia, uno standard unico e ufficiale - Reg. CEE 834/2007, entrato in vigore il 1° gennaio 2009 - che ha reso razionali e semplici tali controlli, istituendo Organismi di Certificazione come Bioagricert, che certifica anche il nostro caffè. Altra importante certificazione è la VeganOk, la prima e unica certificazione etica per prodotti vegani nata in Italia e il più diffuso standard etico al mondo con oltre 1,000 realtà certificate, tra aziende e servizi, tra i quali Caffè Hardy.
Scegliere un caffè biologico e certificato significa sostenere l’intera filiera produttiva, dall’agricoltore fino al distributore, perché dietro la quotidiana tazzina di Hardy si celano grandi sacrifici e un costante impegno per la salvaguardia del pianeta, per il futuro nostro e dei nostri figli.
Perù, il Monorigine Biologico secondo Hardy
In Perù il caffè non è solo una piacevole bevanda ma una filosofia di vita, un rito quotidiano che si ripete da millenni e si tramanda di generazione in generazione.
Si coltiva, si lavora e si vive di caffè, imparando ad amarlo da quando è solo una piantina che cresce tra vallate e impervie alture.
Ecco dove nasce il nostro monorigine Perù, un caffè biologico proveniente da una singola piantagione.
Visita il nostro store e provalo subito!
Hardy Biologico è anche Zanzibar
Il mare cristallino dagli orizzonti liquidi, le frontiere delimitate dalle nuvole, quel sottile senso di mistero e il fascino del meraviglioso.
Zanzibar, una miscela di caffè con un'elevata percentuale di raffinata qualità arabica, elegante per il palato è come l’isola da cui prende il nome: esotica, unica e indimenticabile.